Il Cinquantenario - 1 Maggio 1964/2014
Carissimi,
quando creai questo sito, con i documenti ritrovati in casa dei miei nonni, il mio intento era quello di riuscire a mettermi in contatto con qualche familiare per celebrare il 1 Maggio 2014 una Messa in suffragio dei 17 ragazzi, nostri angeli in Cielo.
Da allora tanto tempo è passato e tante cose sono avvenute, cose belle, inaspettate, graditissime, e così, dall'idea di una semplice Messa, siamo giunti a questo punto, a molto più di quanto osavamo sperare, grazie soprattutto alla caparbietà della sig.ra Maria Papaleo, e alla disponibilità piena e assoluta dell'Avv. Diego Maggio e di Nino Ienna.
Cosa poter dire di altro?
Leggevo, qualche giorno fa, una frase di James M. Barrie, l'autore del romanzo Peter Pan, che diceva: "Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a Dicembre". Ebbene si, nel Dicembre di questo lunghissimo silenzio, durato 50 anni, sono apparse le rose della memoria, queste rose hanno i nomi e i volti dei nostri angeli: Antonino, Carmelo, Michelangelo, Vincenzo, Giovanni, Rosario, Domenico, Vincenzo, Salvatore, Paolo, Camillo, Domenico, Giovanni, Francesco, Michele, Renato, Antonino. Queste rose hanno il profumo dell'Amore, di quello vero, che infrange i limiti del tempo e dello spazio, i limiti della stessa morte. Queste rose bianche sono nutrite dal nostro ricordo, dalla volontà di tante persone, che oggi hanno voluto far rinascere questo bel giardino di santa innocenza.
A tutti grazie.
G.C.G.
quando creai questo sito, con i documenti ritrovati in casa dei miei nonni, il mio intento era quello di riuscire a mettermi in contatto con qualche familiare per celebrare il 1 Maggio 2014 una Messa in suffragio dei 17 ragazzi, nostri angeli in Cielo.
Da allora tanto tempo è passato e tante cose sono avvenute, cose belle, inaspettate, graditissime, e così, dall'idea di una semplice Messa, siamo giunti a questo punto, a molto più di quanto osavamo sperare, grazie soprattutto alla caparbietà della sig.ra Maria Papaleo, e alla disponibilità piena e assoluta dell'Avv. Diego Maggio e di Nino Ienna.
Cosa poter dire di altro?
Leggevo, qualche giorno fa, una frase di James M. Barrie, l'autore del romanzo Peter Pan, che diceva: "Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a Dicembre". Ebbene si, nel Dicembre di questo lunghissimo silenzio, durato 50 anni, sono apparse le rose della memoria, queste rose hanno i nomi e i volti dei nostri angeli: Antonino, Carmelo, Michelangelo, Vincenzo, Giovanni, Rosario, Domenico, Vincenzo, Salvatore, Paolo, Camillo, Domenico, Giovanni, Francesco, Michele, Renato, Antonino. Queste rose hanno il profumo dell'Amore, di quello vero, che infrange i limiti del tempo e dello spazio, i limiti della stessa morte. Queste rose bianche sono nutrite dal nostro ricordo, dalla volontà di tante persone, che oggi hanno voluto far rinascere questo bel giardino di santa innocenza.
A tutti grazie.
G.C.G.
Il programma del Cinquantenario
La Vigilia
Trepidazione e attesa, questa è stata la Vigilia del 1 Maggio, come tutte le grandi vigilie, come tutte le vigilie attese. E non era, forse, una vigilia attesa da cinquant'anni questa?
E' stata una vigilia di memoria, si è presentato, per la seconda volta, il libro di Nino Ienna "Gli Angeli dello Stagnone. Cronaca di una sciagura annunciata", quel libro che è diventato il vessillo della memoria conservata per 50 anni nei cuori delle famiglie e degli amici, e che ora è esplosa in modo così prorompente. Un libro, chi mai avrebbe potuto pensare che da tutto questo sarebbe nato un libro? Eppure eccolo.
Un presentazione voluta nel Teatro Don Bosco, presso la Casa della Divina Provvidenza, quell'ultima "Casa", che i nostri Angeli salutarono la mattina del 1° Maggio 1964, e che non rividero mai più. In quella casa oggi risuonano, nuovamente, i loro nomi, le loro voci.
Durante la presentazione è stata invitata a parlare la sig.ra Maria Papaleo, sorella di Domenico, e promotrice di diverse attività presso i giornali e la radio locale per ravvivare la memoria, la Papaleo ci ha gentilmente fornito il testo della testimonianza, che pubblico qui:
Per prima cosa ringrazio Mario Lo Presti che ha rinunciato al suo piccolo spazio per darmi la possibilità di rendere la mia testimonianza.
Giovanni scrive sul nostro sito (I fiori recisi di Marsala n.d.r.):
"Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a Dicembre".
Io queste rose comincio a "ricordarle" ora. Ora che mi è stata data la possibilità di conoscerle ad una ad una. Ora che ho costruito un ricordo tutto mio di questi 17 Angeli.
Già, perché io non avevo memoria se non di una foto con un bel ragazzo biondo, una sedia vuota in un angolo in cucina, una branda ripiegata dietro la porta della cameretta dei "maschi"...
Avevo memoria di una giornata di pianto, di un corteo funebre, delle urla di Mamma, delle lacrime di Papà.
Il 1° Maggio, verso sera, arrivò quel telegramma. Fummo affidati ai vicini di casa e Mamma e Papà partirono subito ... qui terminerebbero i miei ricordi ...
...ma da qualche giorno Mamma mi ha raccontato come andarono le cose.
Presero il primo treno, poi il traghetto, poi anche il treno ed infine la corriera... fu un viaggio lunghissimo, interminabile.
Fu in treno che appresero la gravità di quanto accaduto.
Il telegramma diceva solo di recarsi al più presto a Marsala... ma la gente, in treno, parlava di una vera e propria tragedia...
L'orrore per ciò che intuivano aveva già preso corpo nel loro cuore...
Arrivarono a Marsala il 2 Maggio, distrutti dal lungo e disagiato viaggio ma già quasi consapevoli di ciò che li attendeva. Di quella verità che non avrebbero mai voluto conoscere.
I funerali erano già stati fatti, i ragazzi si trovavano già ognuno in un furgone militare per essere trasportati nelle proprie città natali... qualcuno indicò il furgone ai miei genitori, Mamma cercò di salire e inciampò... non riuscì nemmeno a vederlo per l'ultima volta. Ma forse è stato meglio così. Il suo ricordo è di un ragazzetto in pantaloncini da calcio con un sorriso indimenticabile...
Il suo ultimo viaggio Mimmo lo ha fatto da solo.
Accompagnato, è vero, dai suoi compagni di sventura ma senza Mamma e Papà e senza i suoi fratelli, senza le sue adorate sorelle.
Poi tornò a casa, una marea di persone lo stava aspettando.
Gli zii, gli amici, i vicini di casa, tutti, proprio tutti. Non mancò neanche mia nonna paterna che era stata la vera causa di tutto questo.
Quell'unica nonna che abbiamo conosciuto ma che nessuno di noi è riuscito ad amarla per tale. L'abbiamo rispettata in quanto madre di nostro padre ma amata no! Io, perlomeno, non ce l'ho mai fatta.
Poi il silenzio.
Il silenzio dei miei genitori... era un dolore tutto loro.
Il silenzio dei giornali... scrissero subito un articolo sul quotidiano del mio paese poi più nulla.
Il silenzio delle istituzioni...
Pensavamo fosse tutto "normale"... fino a quando non ho scoperto tutto...
Le missive pervenute alle famiglie da parte dei Salesiani, le condoglianze di questo e/o di quell'altro personaggio pubblico e/o politico, il processo, le quote pagate alle famiglie...
Perché la famiglia Papaleo è stata tenuta all'oscuro di tutto ciò?
Ma la rabbia mi avvolge ancora di più nello scoprire che il funerale sia stato celebrato prima ancora che arrivassero i miei genitori... perché? perché? non potevano aspettare e dare la stessa possibilità ad ogni Mamma, ad ogni Papà di abbracciare per l'ultima volta il loro piccolo Angelo?
Oggi, dopo 50 anni, noi siamo qui.
Qui per dare un saluto a Mimmo, quel saluto che ci è stato negato quel lontano 1° Maggio.
Detto questo, vorrei ringraziare ognuno di voi per le vostre testimonianze perché, attraverso queste, mi sembra di avere riaperto il cassetto della memoria se non anche quello del dolore. Un dolore che ha consumato mia Madre per 50 lunghi anni e che è stato, per lei, solo l'inizio di un percorso di vita dolorosissimo. Un dolore che ha accompagnato Papà fino all'ultimo suo respiro. Un dolore che io e mia sorella Anna Rita proviamo ancora davanti a quella foto.
Dentro di me ho sempre saputo che c'erano altre persone alla ricerca di un ricordo, di una verità. Ho navigato a lungo in internet alla ricerca di una qualche testimonianza, che mi confermasse che questa storia è accaduta veramente, e l'unica cosa che riuscivo a visualizzare era il resoconto della seduta pubblica tenutasi il 27 Maggio del '64...
Poi, un giorno, mi sono imbattuta in una foto che mi ha stretto il cuore... un ragazzo con un piede su un pallone, in un cortile che mi sembrava familiare... era Giovanni Caravello.
Da lì è cominciato tutto. L'affannosa ricerca di articoli dell'epoca, l'intervista a una radio locale e tutto il resto.
La sorpresa ancora più grande è questo libro... questo libro che, probabilmente per una coincidenza, inizia proprio raccontando di quest'amicizia tra Giovanni e Mimmo. Proprio loro due. Un libro intitolato "Gli Angeli dello Stagnone", così come li ho sempre chiamati io. E' una coincidenza???
Spero che questo sia solo il primo di tanti appuntamenti.
I nostri ragazzi meritano di essere ricordati. Da noi, dai nostri figli e da altri ancora.
Voglio ringraziare Giovanni Carovello Grasta per aver dedicato tanto tempo al nostro sito.
Voglio ringraziare Nino per aver raccontato, in modo semplice, la storia dei nostri Angeli.
Grazie, Nino, per tutto l'amore che hai saputo trascrivere a nome di tutti noi.
E' stata una vigilia di memoria, si è presentato, per la seconda volta, il libro di Nino Ienna "Gli Angeli dello Stagnone. Cronaca di una sciagura annunciata", quel libro che è diventato il vessillo della memoria conservata per 50 anni nei cuori delle famiglie e degli amici, e che ora è esplosa in modo così prorompente. Un libro, chi mai avrebbe potuto pensare che da tutto questo sarebbe nato un libro? Eppure eccolo.
Un presentazione voluta nel Teatro Don Bosco, presso la Casa della Divina Provvidenza, quell'ultima "Casa", che i nostri Angeli salutarono la mattina del 1° Maggio 1964, e che non rividero mai più. In quella casa oggi risuonano, nuovamente, i loro nomi, le loro voci.
Durante la presentazione è stata invitata a parlare la sig.ra Maria Papaleo, sorella di Domenico, e promotrice di diverse attività presso i giornali e la radio locale per ravvivare la memoria, la Papaleo ci ha gentilmente fornito il testo della testimonianza, che pubblico qui:
Per prima cosa ringrazio Mario Lo Presti che ha rinunciato al suo piccolo spazio per darmi la possibilità di rendere la mia testimonianza.
Giovanni scrive sul nostro sito (I fiori recisi di Marsala n.d.r.):
"Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a Dicembre".
Io queste rose comincio a "ricordarle" ora. Ora che mi è stata data la possibilità di conoscerle ad una ad una. Ora che ho costruito un ricordo tutto mio di questi 17 Angeli.
Già, perché io non avevo memoria se non di una foto con un bel ragazzo biondo, una sedia vuota in un angolo in cucina, una branda ripiegata dietro la porta della cameretta dei "maschi"...
Avevo memoria di una giornata di pianto, di un corteo funebre, delle urla di Mamma, delle lacrime di Papà.
Il 1° Maggio, verso sera, arrivò quel telegramma. Fummo affidati ai vicini di casa e Mamma e Papà partirono subito ... qui terminerebbero i miei ricordi ...
...ma da qualche giorno Mamma mi ha raccontato come andarono le cose.
Presero il primo treno, poi il traghetto, poi anche il treno ed infine la corriera... fu un viaggio lunghissimo, interminabile.
Fu in treno che appresero la gravità di quanto accaduto.
Il telegramma diceva solo di recarsi al più presto a Marsala... ma la gente, in treno, parlava di una vera e propria tragedia...
L'orrore per ciò che intuivano aveva già preso corpo nel loro cuore...
Arrivarono a Marsala il 2 Maggio, distrutti dal lungo e disagiato viaggio ma già quasi consapevoli di ciò che li attendeva. Di quella verità che non avrebbero mai voluto conoscere.
I funerali erano già stati fatti, i ragazzi si trovavano già ognuno in un furgone militare per essere trasportati nelle proprie città natali... qualcuno indicò il furgone ai miei genitori, Mamma cercò di salire e inciampò... non riuscì nemmeno a vederlo per l'ultima volta. Ma forse è stato meglio così. Il suo ricordo è di un ragazzetto in pantaloncini da calcio con un sorriso indimenticabile...
Il suo ultimo viaggio Mimmo lo ha fatto da solo.
Accompagnato, è vero, dai suoi compagni di sventura ma senza Mamma e Papà e senza i suoi fratelli, senza le sue adorate sorelle.
Poi tornò a casa, una marea di persone lo stava aspettando.
Gli zii, gli amici, i vicini di casa, tutti, proprio tutti. Non mancò neanche mia nonna paterna che era stata la vera causa di tutto questo.
Quell'unica nonna che abbiamo conosciuto ma che nessuno di noi è riuscito ad amarla per tale. L'abbiamo rispettata in quanto madre di nostro padre ma amata no! Io, perlomeno, non ce l'ho mai fatta.
Poi il silenzio.
Il silenzio dei miei genitori... era un dolore tutto loro.
Il silenzio dei giornali... scrissero subito un articolo sul quotidiano del mio paese poi più nulla.
Il silenzio delle istituzioni...
Pensavamo fosse tutto "normale"... fino a quando non ho scoperto tutto...
Le missive pervenute alle famiglie da parte dei Salesiani, le condoglianze di questo e/o di quell'altro personaggio pubblico e/o politico, il processo, le quote pagate alle famiglie...
Perché la famiglia Papaleo è stata tenuta all'oscuro di tutto ciò?
Ma la rabbia mi avvolge ancora di più nello scoprire che il funerale sia stato celebrato prima ancora che arrivassero i miei genitori... perché? perché? non potevano aspettare e dare la stessa possibilità ad ogni Mamma, ad ogni Papà di abbracciare per l'ultima volta il loro piccolo Angelo?
Oggi, dopo 50 anni, noi siamo qui.
Qui per dare un saluto a Mimmo, quel saluto che ci è stato negato quel lontano 1° Maggio.
Detto questo, vorrei ringraziare ognuno di voi per le vostre testimonianze perché, attraverso queste, mi sembra di avere riaperto il cassetto della memoria se non anche quello del dolore. Un dolore che ha consumato mia Madre per 50 lunghi anni e che è stato, per lei, solo l'inizio di un percorso di vita dolorosissimo. Un dolore che ha accompagnato Papà fino all'ultimo suo respiro. Un dolore che io e mia sorella Anna Rita proviamo ancora davanti a quella foto.
Dentro di me ho sempre saputo che c'erano altre persone alla ricerca di un ricordo, di una verità. Ho navigato a lungo in internet alla ricerca di una qualche testimonianza, che mi confermasse che questa storia è accaduta veramente, e l'unica cosa che riuscivo a visualizzare era il resoconto della seduta pubblica tenutasi il 27 Maggio del '64...
Poi, un giorno, mi sono imbattuta in una foto che mi ha stretto il cuore... un ragazzo con un piede su un pallone, in un cortile che mi sembrava familiare... era Giovanni Caravello.
Da lì è cominciato tutto. L'affannosa ricerca di articoli dell'epoca, l'intervista a una radio locale e tutto il resto.
La sorpresa ancora più grande è questo libro... questo libro che, probabilmente per una coincidenza, inizia proprio raccontando di quest'amicizia tra Giovanni e Mimmo. Proprio loro due. Un libro intitolato "Gli Angeli dello Stagnone", così come li ho sempre chiamati io. E' una coincidenza???
Spero che questo sia solo il primo di tanti appuntamenti.
I nostri ragazzi meritano di essere ricordati. Da noi, dai nostri figli e da altri ancora.
Voglio ringraziare Giovanni Carovello Grasta per aver dedicato tanto tempo al nostro sito.
Voglio ringraziare Nino per aver raccontato, in modo semplice, la storia dei nostri Angeli.
Grazie, Nino, per tutto l'amore che hai saputo trascrivere a nome di tutti noi.
Il 1 Maggio
Il sole splendente come il sorriso che quel mattino del 1 Maggio 1964 affiorava sui volti dei nostri Angeli, il vento ribelle, come gli animi vivaci di quei ragazzi, tenuti calmi dalla disciplina paternamente imposta dai Salesiani, ma vivi e ardenti nei loro cuori, pronti a esplodere in gioia una volta arrivati sull'isola di Mozia.
E' lì l'isola, la vediamo arrivando verso Punta Palermo, silenziosa, vicina, si può quasi toccare con mano, sembra quasi accoglierci e dirci: ecco, siete arrivati nel luogo della memoria, memoria di un antico popolo, i fenici, memoria di una tragedia recente. Memoria e memorie, che si intrecciano di fronte all'isola misteriosa.
Ed eccoci giunti a Punta Palermo, è vuota, solo un palco, costruito proprio a ridosso dello Stagnone, sembra indicare che lì, oggi, avverrà qualcosa, poi il silenzio, sembra quasi che tutti abbiano dimenticato cosa sarebbe avvenuto di lì a poco, nessuno verrà...
Ma basta poco, appena un giro sulla litoranea, per giungere al luogo dove i ragazzi, 50 anni fa, partirono per andare incontro a un tragico destino, e quando torniamo ecco il piazzale pieno di persone, che parlano, che si abbracciano, che indicano le acque increspate dello Stagnone.
Sì, perché oggi le acque dello Stagnone non sono piatte, calme, leggere increspature alzano piccole onde e schiariscono il punto in cui avvenne la tragedia, sembra quasi che quei 17 Angeli siano tornati, questa mattina, per partecipare con noi al grande Giorno della Memoria, e, avvicinandosi alle acque, le toccano con le loro ali.
E' lì l'isola, la vediamo arrivando verso Punta Palermo, silenziosa, vicina, si può quasi toccare con mano, sembra quasi accoglierci e dirci: ecco, siete arrivati nel luogo della memoria, memoria di un antico popolo, i fenici, memoria di una tragedia recente. Memoria e memorie, che si intrecciano di fronte all'isola misteriosa.
Ed eccoci giunti a Punta Palermo, è vuota, solo un palco, costruito proprio a ridosso dello Stagnone, sembra indicare che lì, oggi, avverrà qualcosa, poi il silenzio, sembra quasi che tutti abbiano dimenticato cosa sarebbe avvenuto di lì a poco, nessuno verrà...
Ma basta poco, appena un giro sulla litoranea, per giungere al luogo dove i ragazzi, 50 anni fa, partirono per andare incontro a un tragico destino, e quando torniamo ecco il piazzale pieno di persone, che parlano, che si abbracciano, che indicano le acque increspate dello Stagnone.
Sì, perché oggi le acque dello Stagnone non sono piatte, calme, leggere increspature alzano piccole onde e schiariscono il punto in cui avvenne la tragedia, sembra quasi che quei 17 Angeli siano tornati, questa mattina, per partecipare con noi al grande Giorno della Memoria, e, avvicinandosi alle acque, le toccano con le loro ali.
Ed ecco gli incontri, visi già conosciuti e volti mai visti, ma tutti oggi qui siamo amici, tutti siamo familiari, ciascuno riconosce nel volto dell'altro la luce degli occhi di quei 17 giovani, che hanno lasciato negli occhi dei loro cari quella scintilla di luce, che il sole forma colpendo una lacrima, arcobaleno d'amore che crea un ponte fra terra e Cielo.
Quanti siamo? Nessuno ha pensato di contarli, perché la cosa importante non è il numero ma l'amore per cui tante persone hanno preferito essere presenti per ricordare un fatto a loro forse estraneo, invece di andare in campagna, come buona tradizione richiede. Sono tanti, più di quanti ci aspettavamo, in breve il piazzale si riempie.
E fra i tanti volti non possiamo non riconoscere quelli che più ci suscitano gratitudine per aver reso possibile tutto questo, e quelli la cui presenza inattesa ci riempie di gioia.
Prende la parola Nino Ienna, presidente dell'Associazione "Porta d'Occidente", il suo è un saluto pieno di emozione, veramente lui ha dedicato tempo, forze e cuore a questa giornata. Come potremo mai ringraziarlo per la passione con cui è entrato in questa storia, che noi familiari pensavamo essere solo nostra, ma che si è dimostrata patrimonio di tutti, un patrimonio fatto di memoria e di amore per 17 giovani vite che in un attimo passarono dalla festa di un giorno alla Festa Eterna. Nel volto e nelle parole di Nino c'è l'affetto di un fratello, che è qui per ricordare, per ridare vita a chi non c'è più.
Quanti siamo? Nessuno ha pensato di contarli, perché la cosa importante non è il numero ma l'amore per cui tante persone hanno preferito essere presenti per ricordare un fatto a loro forse estraneo, invece di andare in campagna, come buona tradizione richiede. Sono tanti, più di quanti ci aspettavamo, in breve il piazzale si riempie.
E fra i tanti volti non possiamo non riconoscere quelli che più ci suscitano gratitudine per aver reso possibile tutto questo, e quelli la cui presenza inattesa ci riempie di gioia.
Prende la parola Nino Ienna, presidente dell'Associazione "Porta d'Occidente", il suo è un saluto pieno di emozione, veramente lui ha dedicato tempo, forze e cuore a questa giornata. Come potremo mai ringraziarlo per la passione con cui è entrato in questa storia, che noi familiari pensavamo essere solo nostra, ma che si è dimostrata patrimonio di tutti, un patrimonio fatto di memoria e di amore per 17 giovani vite che in un attimo passarono dalla festa di un giorno alla Festa Eterna. Nel volto e nelle parole di Nino c'è l'affetto di un fratello, che è qui per ricordare, per ridare vita a chi non c'è più.
E la parola passa all'assessore Antonella Genna, in rappresentanza del Comune di Marsala, che non può mancare proprio oggi, Marsala è stata l'ultima casa dei 17 Angeli, ed oggi è qui per rinnovare l'affetto verso quei giovani, che aveva accolto e che quell'ultimo giorno aveva salutato, mentre in fila, attraversavano le sue vie per giungere dall'Istituto al Lido Marinella.
L'Avv. Diego Maggio, presente in qualità di ex allievo dei Salesiani e compagno dei 17 ragazzi, e in rappresentanza della Provincia Regionale di Trapani, ha ricordato la tragedia di quel giorno, indicandoci il punto esatto in cui la barca si capovolse, noi siamo proprio lì di fronte. La testimonianza dell'Avv. Maggio è piena di commozione, comprensibile e naturale nel cuore di un ragazzo, oggi uomo, che doveva essere presente ma che non andò, di un ragazzo, che ha visto recidere quei fiori ancora nel loro sbocciare, di un uomo che ha vissuto anche per la vita che quei 17 ragazzi non hanno avuto.
L'Avv. Diego Maggio, presente in qualità di ex allievo dei Salesiani e compagno dei 17 ragazzi, e in rappresentanza della Provincia Regionale di Trapani, ha ricordato la tragedia di quel giorno, indicandoci il punto esatto in cui la barca si capovolse, noi siamo proprio lì di fronte. La testimonianza dell'Avv. Maggio è piena di commozione, comprensibile e naturale nel cuore di un ragazzo, oggi uomo, che doveva essere presente ma che non andò, di un ragazzo, che ha visto recidere quei fiori ancora nel loro sbocciare, di un uomo che ha vissuto anche per la vita che quei 17 ragazzi non hanno avuto.
Chiude il saluto Giovanni Carovello Grasta, fondatore e amministratore di questo sito, il suo intervento è un ringraziamento a nome di tutti i familiari, a tutti coloro che sono presenti, a chi ha dedicato tempo e forze per organizzare l'evento, a chi ha voluto parteciparvi. E conclude con uno spirituale abbraccio alle tre mamme ancora viventi (Papaleo, Mugavero e Madelio), alle mamme e ai papà che sono in Cielo, ma che oggi sono con noi, perché con noi sono anche quei 17 Angeli, in questo giorno dedicato a loro.
Alle ore 10.00 la processione d'ingresso, mentre l'assemblea intona il canto pasquale Le tue mani, che sembra scritto proprio per questa celebrazione: Stai cantando un'allegra canzone, dimmi perché canti, fratello mio? Perché so che la vita non muore, ecco perché canto, fratello mio. E' la proclamazione della nostra fede, della nostra speranza: il Signore Risorto ha distrutto la morte e coloro che muoiono in Lui, hanno la vera Vita, per questo oggi noi non siamo qui a far memoria di 17 morti, ma per ricordare 17 Angeli, che vivono in Dio.
La Santa Messa è presieduta da Sua Eccellenza Mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, concelebrano Don Pippo Ruta, Ispettore dei Salesiani di Sicilia, Don Gino Costanza, Direttore della Casa della Divina Provvidenza, Don Giuseppe Ponte, arciprete di Marsala e i salesiani dell'Istituto marsalese.
La Santa Messa è presieduta da Sua Eccellenza Mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, concelebrano Don Pippo Ruta, Ispettore dei Salesiani di Sicilia, Don Gino Costanza, Direttore della Casa della Divina Provvidenza, Don Giuseppe Ponte, arciprete di Marsala e i salesiani dell'Istituto marsalese.
Sul palco, proprio appesi all'ambone, da cui verrà proclamata la Parola di Dio, troneggiano i volti di Nino Messina e Carmelo Orlando, i due giovani marsalesi, che persero la vita per salvare i loro compagni; sono lì in rappresentanza di tutti i 17 ragazzi, i loro volti così giovani, i loro occhi così luminosi, ci ricordano ognuno dei nostri cari.
Durante l'omelia Sua Ecc. Mons. Vescovo ci parla con fede cristiana non del memoriale di una tragedia, ma del ricordo gioioso di ragazzi che sono vivi, che sono in Dio. Le parole di Mons. Mogavero sono sentite parole di consolazione vera, che toccano il cuore di tutti i presenti, parole che ci parlano di una Vita, che i nostri 17 Angeli stanno già vivendo. Non è, quindi, un giorno del dolore questo, perché dai cuori dei nostri ragazzi il dolore è stato definitivamente cancellato. Sua Eccellenza non ha per i familiari frasi vuote di circostanza, ma parole di affetto paterno e fraterno, e le sue parole sono come un abbraccio per tutti e per ciascuno di noi, che vengono ad asciugare le lacrime con la luce di Dio.
Durante l'omelia Sua Ecc. Mons. Vescovo ci parla con fede cristiana non del memoriale di una tragedia, ma del ricordo gioioso di ragazzi che sono vivi, che sono in Dio. Le parole di Mons. Mogavero sono sentite parole di consolazione vera, che toccano il cuore di tutti i presenti, parole che ci parlano di una Vita, che i nostri 17 Angeli stanno già vivendo. Non è, quindi, un giorno del dolore questo, perché dai cuori dei nostri ragazzi il dolore è stato definitivamente cancellato. Sua Eccellenza non ha per i familiari frasi vuote di circostanza, ma parole di affetto paterno e fraterno, e le sue parole sono come un abbraccio per tutti e per ciascuno di noi, che vengono ad asciugare le lacrime con la luce di Dio.
E poi, eccoci tutti riuniti intorno alla Mensa del Signore, Cielo e Terra in un unico abbraccio d'Eternità, per contemplare e vivere il Mistero del Cristo morto e risorto per noi, che si ri-presenta nell'Eucaristia. E siamo lì a portare sull'altare i ricordi, i ringraziamenti, gli affetti, le preghiere per offrirli a Dio nell'unico ed eterno Sacrificio, il suo Divin Figlio, e, per Cristo, con Cristo e in Cristo, eleviamo a Dio il nostro canto di lode, e uniti lo chiamiamo Padre, per poi accostarci per ricevere il Pane di Vita Eterna, che ci fa essere tutt'uno fra di noi, con i nostri Angeli, con il Signore.
Al termine della Santa Messa, ricevuta la benedizione del Signore, ci rechiamo poco distante per scoprire la targa che l'Associazione "Porta d'Occidente" ha voluto dedicare ai nostri 17 Angeli, il momento, seppur breve, è commovente, la sig.ra Cristina Fragomena, mamma di Domenico Papaleo, e unica mamma oggi presente, scopre la targa, fra l'applauso commosso di tutti i presenti. E, mentre Nino Ienna abbraccia commosso, a nome di tutti, la sig.ra Cristina, Sua Eccellenza benedice la targa e tutti i presenti.
Una targa con 17 nomi, un ricordo, un segno che, dopo 50 anni, non abbiamo dimenticato nessuno di quei ragazzi, loro che proprio lì di fronte persero la vita, vivono in Dio e vivono nella memoria di tante persone, che oggi sono qui presenti per leggere quei nomi, per ripassare con la mente ciò che quei nomi sono stati, giovani ragazzi, giovani speranze, giovani Angeli.
E, infine, dal pontile poco distante, ecco che Nino Ienna, accompagnato da Don Gino Costanza e altre persone, rende un ulteriore omaggio ai 17 Angeli dello Stagnone, deponendo in acqua un cuore fatto di rose bianche. Rose bianche con quei 17 innocenti, rose bianche come il ricordo che di loro vive nel nostro cuore, rose bianche come la dolce luce di Dio in cui essi vivono. E quel cuore, carico d'affetto, naviga nelle acque increspate, spostandosi sempre più al largo, per andarsi a posare sul luogo, dove 50 anni fa, caddero recise 17 rose bianche, profumate di innocente bontà.
E come segno del fraterno clima creatosi fra tutti i familiari e l'Associazione "Porta d'Occidente", eccoci insieme, seduti alla stessa tavola, abbiamo spezzato il Pane di Vita Eterna che ci unisce fra di noi e con il Signore, e ora insieme spezziamo il pane della tavola, che, come da buona tradizione siciliana, lega fra loro i commensali. Come un'unica famiglia sediamo insieme all'unica tavola, una famiglia che insieme ha sofferto, insieme ha pianto, insieme ricorda.
E come segno di unità il presidente Nino Ienna, consegna la spilla dell'Associazione a colei che è diventata la Mamma di questa giornata, la Mamma dei 17 Angeli, la Mamma dei sopravvissuti, la Mamma di tutti i familiari e gli amici, che oggi hanno voluto ricordare con noi, la sig.ra Cristina Fragomena Papaleo, a cui va il nostro più grande abbraccio.
E come segno di unità il presidente Nino Ienna, consegna la spilla dell'Associazione a colei che è diventata la Mamma di questa giornata, la Mamma dei 17 Angeli, la Mamma dei sopravvissuti, la Mamma di tutti i familiari e gli amici, che oggi hanno voluto ricordare con noi, la sig.ra Cristina Fragomena Papaleo, a cui va il nostro più grande abbraccio.
Cari Antonino, Carmelo, Michelangelo, Vincenzo, Giovanni, Rosario, Domenico, Vincenzo, Salvatore, Paolo, Camillo, Francesco, Domenico, Giovanni, Michele, Renato, Antonino, oggi è stato un giorno nuovo per voi, il giorno del vostro riscatto, il giorno di quella memoria, che, pur dovuta, non vi era mai stata data.
Abbiamo lavorato tanto, ma lo abbiamo fatto con così tanto amore, che non siamo stanchi, ma più forti.
Noi sappiamo che, dal Cielo, anche voi ci avete aiutato, ci avete fatti incontrare, ci avete fatti ritrovare, vi siete fatti ricordare. Certamente oggi siete stati in mezzo a noi, non per piangere, ma per asciugare quelle tante lacrime che, per voi, sono state versate oggi e in questi 50 anni. Lo sappiamo che ci avete accompagnati nell'organizzazione di tutto questo, fin dal momento in cui la prima paginetta di questo sito è stata pubblicata.
Monellacci, mi verrebbe da dire, vi siete messi a girare nelle case di tante persone per portarle tutte verso questo sito. Visto cosa avete fatto?
C'era il silenzio intorno a voi e adesso c'è un libro, una targa, un grande giorno memoriale per voi; proprio non volevate essere dimenticati e ci siete riusciti con quella furbizia e quella vivacità, che solo ragazzi come voi possono avere.
Noi tutti ci siamo detti, che non avremo mai immaginato di ottenere tutto questo, ma voi lo sapevate, si! perché i bambini le sanno queste cose e, se non le sanno, le sperano così fiduciosamente da ottenerle. E voi così avete fatto, chissà quante volte vi siete presentati al Cuore di Dio per dirgli di far riuscire tutto bene, chissà come lo avete assillato per guidare la mano di Nino mentre scriveva il libro, chissà quanto lo avete tormentato per spostare i nuvoloni che minacciavano il vostro giorno!? Ma Dio non si scoccia quando gli si chiede un favore per un'opera buona e vi ha accontentati. Ora sicuramente, fra i salti di gioia, state tutti attorno a lui per ringraziarlo, e ci sono le vostre mamme e i vostri papà che, compiaciuti provano a rimproverarvi dicendo: ma cosa avete fatto!!! E la Madonna, poi, che prende il posto di quelle tre mamme, che ancora vi ricordano su questa terra.
Oh Angeli cari, finirà tutto oggi?
No, perché voi meritate tanto altro e noi non vogliamo permettere che passino altri 50 anni di silenzio, e, una volta che Dio vi ha ascoltati questa volta, sicuramente voi non smetterete di stargli intorno a ricordargli di ispirarci nella vostra memoria.
Angeli santi, valete et vivete, non dimenticatevi di noi, e state con noi come sempre avete fatto, e quando la notte ci abbandoniamo al riposo del sonno, venite a darci il bacio d'affetto, che se la terra vi ha negato, il Cielo, certo, vi acconsente.
Vi vogliamo bene e vi portiamo nel nostro cuore. Vivete nel cuore, vivete in Dio.
Un abbraccio,
la vostra famiglia
Abbiamo lavorato tanto, ma lo abbiamo fatto con così tanto amore, che non siamo stanchi, ma più forti.
Noi sappiamo che, dal Cielo, anche voi ci avete aiutato, ci avete fatti incontrare, ci avete fatti ritrovare, vi siete fatti ricordare. Certamente oggi siete stati in mezzo a noi, non per piangere, ma per asciugare quelle tante lacrime che, per voi, sono state versate oggi e in questi 50 anni. Lo sappiamo che ci avete accompagnati nell'organizzazione di tutto questo, fin dal momento in cui la prima paginetta di questo sito è stata pubblicata.
Monellacci, mi verrebbe da dire, vi siete messi a girare nelle case di tante persone per portarle tutte verso questo sito. Visto cosa avete fatto?
C'era il silenzio intorno a voi e adesso c'è un libro, una targa, un grande giorno memoriale per voi; proprio non volevate essere dimenticati e ci siete riusciti con quella furbizia e quella vivacità, che solo ragazzi come voi possono avere.
Noi tutti ci siamo detti, che non avremo mai immaginato di ottenere tutto questo, ma voi lo sapevate, si! perché i bambini le sanno queste cose e, se non le sanno, le sperano così fiduciosamente da ottenerle. E voi così avete fatto, chissà quante volte vi siete presentati al Cuore di Dio per dirgli di far riuscire tutto bene, chissà come lo avete assillato per guidare la mano di Nino mentre scriveva il libro, chissà quanto lo avete tormentato per spostare i nuvoloni che minacciavano il vostro giorno!? Ma Dio non si scoccia quando gli si chiede un favore per un'opera buona e vi ha accontentati. Ora sicuramente, fra i salti di gioia, state tutti attorno a lui per ringraziarlo, e ci sono le vostre mamme e i vostri papà che, compiaciuti provano a rimproverarvi dicendo: ma cosa avete fatto!!! E la Madonna, poi, che prende il posto di quelle tre mamme, che ancora vi ricordano su questa terra.
Oh Angeli cari, finirà tutto oggi?
No, perché voi meritate tanto altro e noi non vogliamo permettere che passino altri 50 anni di silenzio, e, una volta che Dio vi ha ascoltati questa volta, sicuramente voi non smetterete di stargli intorno a ricordargli di ispirarci nella vostra memoria.
Angeli santi, valete et vivete, non dimenticatevi di noi, e state con noi come sempre avete fatto, e quando la notte ci abbandoniamo al riposo del sonno, venite a darci il bacio d'affetto, che se la terra vi ha negato, il Cielo, certo, vi acconsente.
Vi vogliamo bene e vi portiamo nel nostro cuore. Vivete nel cuore, vivete in Dio.
Un abbraccio,
la vostra famiglia